“Ho imparato dalla grande scuola dell’universo vegetale e dalla botanica, che la biodiversità e l’unità sono un segno di forza e che l’omologazione rende deboli. Ogni elemento naturale è indispensabile all’altro nell’armonia della diversità e questo dovrebbe valere anche per la specie umana.”
Chi lo afferma è una artista che ha coniugato la ricerca botanica con una ricerca artistica ugualmente approfondita e ricca. Riportando alla luce un’arte antichissima tramandata nei secoli, ma che si sta perdendo e di cui lei conosce ogni segreto. Un linguaggio artistico che trova espressione nella cera vergine d’api e dal 2006 nella ceroplastica esaltando la manualità, l’inventiva dell’artista e soprattutto la possibilità di approfondire e trasferire le proprie conoscenze in campo botanico e nel particolare interesse per la natura.
La fortuna
Unica artista al mondo a realizzare opere in cui vero e verosimile si confondono, facendo di un’opera d’arte la realtà e della realtà un’opera d’arte tanto che perfino il peso delle opere corrisponde al modello vero, ingannando i sensi.
Il percorso
Vive e lavora nel suo laboratorio in Carignano a Genova pur essendo nata a Bergamo. Nel 2016 è stata insignita del prestigiosissimo riconoscimento internazionale che l’Accademia dei Georgofili di Firenze conferisce “In Onore dell’Italia che ci Onora”.
Nel suo percorso artistico, prima di arrivare alla contemporaneità, la Nizzoli ha studiato la tecnica come nessuno prima, fin nei più reconditi particolari. Ha sfidato il verismo rivoluzionario del Caravaggio proponendo una canestra in 3D, opera esposta alla Gam di Milano nel 2010. Riproduzione fedele del dipinto, ingannevolmente identica e tridimensionale, ora al Museo di Arte Contemporanea di Milano.
Nel 2011, in occasione di una sua personale nella Galleria Nazionale di Palazzo Spinola a Genova, ha realizzato un’opera in omaggio a Bartolomeo Bimbi con un trionfo composto da 250 agrumi di 56 specie diverse e 600 foglie, per un totale di 50 chili di cera colata.
Nello stesso anno prende parte alla mostra “Nature Redivive”, Palazzo Guidobono di Tortona. Unica scultrice, si unisce a tre generazioni di Maestri “spirituali” della figurazione italiana e ad esponenti di primo piano della pittura Olandese.
Anche Vittorio Sgarbi ha voluto una sua opera per Expo Milano 2015. Un’installazione costituita da tre paioli, il più grande dei quali misura quasi un metro di diametro e contiene frutti, mentre un altro verdure e il terzo scarti. Mentre la “Piramide alimentare”, una struttura di 3 metri d’altezza e 4 di base, composta da 1927 elementi, tutti in cera, è stata commissionata per la mostra “Il Cibo nell’Arte. Capolavori dei Grandi Maestri dal Seicento a Warhol” a Brescia Palazzo Martinengo, curata da Davide Dotti.
Temi
L’installazione monumentale progettata per Brescia stimola la Nizzoli a sommare agli oltre quattrocento modelli di botanica che aveva già in archivio una settantina di nuovi soggetti tra carni, pesci, paste, dolci, formaggi, uova, pane e altri ancora per rappresentare un universo gastronomico di materie prime. Ne risulta, oltre agli aspetti scientifici ed artistici, un suggerimento verso una corretta educazione alimentare. Riflette sulla biodiversità attraverso una sua interpretazione della “Vanitas“. Propone il tema della globalizzazione riproducendo numerose varietà di patate dalle origini in Perù alla migrazione in tutta Europa.
Nel corso di questi anni, la Salamon Fine Art di Milano, nella figura di Lorenza Salamon, ha cucito sulla personalità artistica della Nizzoli, che rappresenta, diverse mostre personali.
Da qui parte il percorso inventivo e personale della Nizzoli che oggi si distingue per la padronanza della tecnica e la manualità senza pari, messe a disposizione di uno spirito spesso ironico, molto contemporaneo, con cui realizza composizioni e installazioni ardite, provocatorie, nuove o semplicemente belle.
E ancora, dallo scorso marzo e per un anno, il Museo Stibbert di Firenze ha voluto per la mostra “Conviti e Banchetti”, che le sue sculture rappresentassero le tavole imbandite dei banchetti dal Rinascimento all’Ottocento. Un percorso storico in cui design e decorazione della tavola sono esaltati dalle sue alzate di frutta, dai dolci, e da ogni prelibatezza.
Questo perché, appunto, “L’universo vegetale, fiori e frutti sono sempre stati impulsi creativi che hanno ispirato, da sempre, opere in ogni settore dell’arte e dell’artigianato per quella necessità irrinunciabile dell’uomo di convivere con le piante e vivere di piante, dialogo inesauribile tra natura e arte e scienza.”
Un dialogo tra arte e scienza
Un dialogo davvero continuo per l’artista, che spiega che “La scienza è ricerca, scoperta, soluzione, documentazione e l’arte è testimonianza, è la traccia del passaggio dell’uomo sulla terra e per questo va rispettata, protetta, tramandata. Bisogna ricercare nella bellezza il linguaggio che attraverso l’arte e la cultura, rimanda ad un concetto che serve a fornire strumenti migliori per una convivenza, una crescita e una trasformazione sociale, politica, economica civili. Perché attraverso l’arte, la cultura e la bellezza si possono modificare e indirizzare i comportamenti collettivi”.
Si tratta, quindi, di un impegno che va al di là della perfetta riproduzione realistica, resa grazie a una perizia certosina nella cura del dettaglio, che non ha eguali. Si unisce così una conoscenza impareggiabile della cera d’api e delle tecniche di lavorazione, ma anche una funzione sociale.
“Spero che il mio lavoro, attraverso anche la ricerca del passato, possa essere utile alla divulgazione e spero anche che il materiale esistente venga meglio conosciuto e adeguatamente valorizzato, e che interventi di restauro siano finalizzati al mantenimento di un patrimonio culturale unico sotto il profilo scientifico, artistico e storico. Spero – conclude – che l’attenzione resti viva sull’immenso patrimonio dell’uomo, uomo che negli ultimi decenni è estremamente e pericolosamente distratto”.